Gianni Gandola, Federico Niccoli - anno scolastico 2008-2009
Gianni Gandola, Federico Niccoli - 17-01-2009
Ritroviamo tutti l'entusiasmo del bel tempo che fu (in fondo, paradossalmente, la Moratti prima e la Gelmini poi ci hanno fatto l'enorme piacere di farci incontrare nuovamente migliaia di genitori ed insegnanti "di lotta e di governo") ed identifichiamoci nei piloti pazzi del "Comma 22" ("chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di guerra, ma chi chiede di essere esentato non è pazzo").
Torniamo ad essere quei pazzi-non pazzi che hanno rivoluzionato, a suo tempo, la vecchia scuola ossificata ed inventiamoci un modello più forte di Tempo pieno, in grado di resistere agli attacchi del "futuro ricco di passato" del modello Tremonti-Gelmini.
Gianni Gandola, Federico Niccoli - 21-11-2008
In articoli precedenti relativi alla scuola primaria abbiamo ripetutamente sottolineato la differenza sostanziale fra un "tempo scuola di 40 ore" e il modello pedagogico del tempo pieno (*). Sul piano degli organici docenti - per chiarire nuovamente con un esempio - per garantire le 40 ore di scuola su quattro classi bastano sei o sette insegnanti che, con le ore degli insegnanti specialisti di religione e di inglese, possono ricoprire l'intero orario settimanale. Il Tempo Pieno invece, dalla sua legge fondativa in avanti (art.1 della L.820 del 1971 ripreso dall'art.8 comma 2 della legge 148/1990 poi art.130 del Testo unico n.297/1994, quindi dall'art.1 della legge 25 ottobre 2007, n.176) ha sempre comportato, come presupposto, il doppio organico su ogni classe. Non solo due insegnanti, ma due insegnanti "contitolari", con pari dignità quindi, entrambi corresponsabili delle attività e della gestione del gruppo alunni assegnato.
Gianni Gandola, Federico Niccoli - 12-11-2008
Che la cosiddetta "riforma Gelmini" in realtà non sia una riforma è stato riconosciuto da più parti, di diverso orientamento. Non solo dalla Cgil e dall'opposizione politica ma persino da Emma Marcegaglia che - come ha scritto su Repubblica Eugenio Scalfari - di certo bolscevica non è, fino a Famiglia Cristiana o al Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale (Azione cattolica). Tutti quanti a sottolineare il fatto che si tratta di un puro e semplice taglio di spesa.
Ma, al di là del contenuto, quello che colpisce - e che indispone - è il metodo seguito per arrivare all'approvazione del decreto 137 ed alla sua conversione in legge.
Gianni Gandola, Federico Niccoli - 03-10-2008
Ricordate Letizia Moratti quando, ministro del MIUR, nei dibattiti televisivi si sforzava di mandare un messaggio rassicurante alle famiglie e all'opinione pubblica dicendo che non era vero che la sua riforma aboliva il tempo pieno? State tranquilli - diceva la Moratti- tutto "rimane come prima", il tempo pieno a 40 ore resta. Ora, ministro la Gelmini, si sta un po' ripetendo lo stesso copione. Con una differenza di fondo. Mentre la riforma Moratti introduceva diversi modelli orari più l'insegnante prevalente e/o tutor ma non intaccava l'assetto di base della scuola primaria (i moduli, il gruppo docente), ora invece si stravolge definitivamente tutto l'impianto didattico-organizzativo con il ritorno al maestro unico. Un insegnante una classe, secondo la filosofia di Tremonti, che è di fatto il vero ministro dell'istruzione.
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